Europei di Atletica 2024 Roma Stadio Olimpico

Un racconto

“chi ride ha vinto e chi vince non può non ridere”

Quando l’azienda Karhu con cui nutro un rapporto di amicizia fraterna mi ha proposto di collaborare nell’impegnativo lavoro relativo alla sponsorizzazione di quello che sarebbe diventato poi l’evento sportivo italiano dell’anno (2024) non ho esitato un attimo ad accettare. Malgrado i miei impegni personali non fossero leggeri, con l’ennesimo corso di laurea da terminare, il lavoro quotidiano, lo shop e altre mille cose ho deciso di gettarmi in un’avventura che con il senno di poi mi ha riempito il cuore di mille soddisfazioni.

Preparare un evento di questa entità (500.000 persone in cinque giorni di gare) in una città complessa come Roma mi ha permesso di scavare ancora di più all’interno delle mie capacità organizzative e manageriali, portando almeno secondo me insieme al mio gruppo fidato di fratelli-partner una ventata di entusiasmo e stacanovismo che nei giorni concitati dell’evento si è rivelata fondamentale.

Andiamo però con ordine perché il progetto è partito molto prima, ci sono voluti infatti almeno sei mesi di lavoro per realizzare tutto il merchandising, il materiale tecnico fornito ai giudici e volontari per poi giungere alla parte finale con la realizzazione degli store veri e propri, il museo e tutto quello che abbiamo deciso di proporre per il pubblico dell’atletica che troppo spesso, in passato, è stato trattato almeno secondo me non con il giusto riguardo. L’atletica è la regina degli sport e con le Olimpiadi di Parigi alle porte nessuno se lo dovrebbe mai davvero dimenticare.

L’azienda Karhu, ma dovrei dire la famiglia Arese, mi ha dato la possibilità di seguire ogni dettaglio del progetto e non finirò mai di ringraziarli per questo, con riunioni settimanali che mi hanno accompagnato per quasi un anno e di cui ora, sento la mancanza. Videoconferenze con partner da ogni parte del mondo a volte incastrate in pause pranzo o mentre guidavo in un tetris stancante ma sempre appassionato e divertente. Perché come diceva mio padre “chi ride ha vinto e chi vince non può non ridere” ed è stato il divertimento, questo sconosciuto in età adulta, il mio leitmotiv personale che mi ha dato la vera carica ed energia per portare a casa un risultato che io ritengo ragguardevole.

Dovrei quindi ringraziare tantissime persone ma ovviamente non lo farò dietro i tasti di una tastiera, la cosa che posso dire però è che ogni individuo non soltanto è stato speciale ma anche prezioso per l’accrescimento della mia professionalità in questa palestra di vita che ogni giorno mi porta ad apprendere qualcosa di nuovo dai progetti certo ma soprattutto dagli altri.

Avendo solcato dall’inizio degli anni 90 le piste di atletica posso dire che questi Campionati Europei 2024 sono stati una catarsi di emozioni dove vecchio e nuovo si sono fusi magistralmente per riportare in alto, ad una cultura più di massa e pop uno sport che troppo spesso ha solcato palcoscenici, voluti o meno, esageratamente di nicchia.

I Campioni con cui ho avuto l’onore di parlare e confrontarmi nei giorni delle competizioni sono stati infiniti come infiniti sono stati gli spunti che ognuno di loro mi ha regalato e che mi porterò dentro nel corso di tutti i nuovi progetti che decideremmo di realizzare nei prossimi anni. 

Ho potuto apprezzare anche un pubblico straordinario, un tifo mai calcistico e un entusiasmo genuino rispetto a quello che noi come azienda abbiamo proposto.

I fantastici risultati della nazionale italiana hanno sicuramente giovato ad un clima sempre di alto coinvolgimento emotivo ma ricordiamo che allo Stadio Olimpico di Roma non c’era solo l’Italia ma tutta Europa in un confronto di altissimo livello, sia sul piano sportivo, ovviamente, ma anche su quello organizzativo.

Le gare sono state meravigliose, faccio fatica in questo momento a trovarne una che mi ha emozionato più di altre, anche perché ogni atleta ha messo se stesso, il suo sogno, una tenacia mai scontata.

La finale dei 100m ha sicuramente sancito il ritorno di Marcel Jacob, una corsa che forse è servita più a lui che ai suoi detrattori, per ribadire non soltanto il fatto di esserci ma anche che il successo olimpico non può mai essere frutto del caso. 

E poi come non parlare di Giammarco Tamberi, Jimbo, se l’atletica italiana  è a questo livello tanto del merito è suo, in quell’abbraccio con il presidente della repubblica Mattarella ci sta tutta l’essenza del nostro “essere italiani”, forse eccentrici, esagerati certo, ma pieni di vita, mai banali, campioni in tante cose.

È importante essere critici verso se stessi, esterofili, ma poi c’è anche la realtà, la verità che dentro quello stivale chiamato penisola alle scuole medie in geografia è stato inventato tanto, quasi tutto e dovremmo ricordarcelo più spesso. 

Luca Bartoli

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https://karhu.com/collections/european-athletics-championships 

Per essere sempre aggiornato sulle novità dell’azienda Karhu visita il sito web sottostate: 

https://karhu.com/

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